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martedì 31 maggio 2011

Manifesto del buongusto

Prendo spunto da una campagna su Facebook che ha postato mio cuginO, ragazzo etero, anni 15. Per dire, eh, quanto questa moda insulsa ci abbia stracciato i maroni.
Per favore diciamo basta alla libera circolazione del camel toe.
Anche se sei Kate Moss, anche se hai perso 20 chili e vuoi dirlo al mondo, anche se andavano negli anni '80... abbi pietà!  L'altra mattina in metro una tizia aveva i legging talmente sottili che potevo leggerle l'etichetta. Degli slip.

www.tightsarenotpants.com/manifesto

LET'S BE CLEAR

The wearing of tights as pants is an abomination. 

TIGHTS ARE NOT PANTS. 

sure
  in the context of   sports, 
          ballet, 
                  hair metal, and 
                          renaissance fairs, 
                            tights function as suitable leg coverings, but still
                              they are not pants. 

                              No. These are not activities that transform tights into pants; 
                                  these are historically 
                                      acceptable acts of 
                                          PANTLESSNESS.

                                          Tights as pants leave 
                                          nothing to the imagination. 
                                          Tights as pants are an affront to those of us who 
                                               PREFER NOT TO KNOW 
                                               the most intimate details of their neighbors' bodies. 


                                               Tights as pants are the fashion equivalent of 
                                               Too Much Information 

                                               This gratuitous divulgence 
                                               of assets repels where 
                                               the tights-as-pants wearer 
                                               presumably hopes to entice.

                                               We have tired of tolerating 
                                               attempts to force tights into 
                                               this non-native garment 
                                               category, and have decided 
                                               to do something about it? 
 
 
E per chi non sa cosa sia il camel toe...


Vi dò un indizio: non si tratta nè delle cosce abbondanti, nè delle ginocchia di soppressata, nè delle gambe storte.

Carosello degli orrori: Michelle-Bomboniera-Obama


 


Sono sempre indecisa se sostenere quelle che ditequellochevoleteiomimettoquellochevoglioemenesbattodelleopinionideglialtri
o se dare il colpo finale.
In questo caso, scelgo la seconda.
Premesso che la Michi di solito mi piace, in questa occasione ha commesso proprio degli errori imperdonabili.

Il primo è che indossa più di due colori, che per me equivale a una bestemmia in chiesa.

Il secondo è che si è vestita da bomboniera, cosa che potrei fare io ad un matrimonio, ma non lei se va in visita a una coppia giovane e leggermente sovraesposta mediaticamente.
Oh Michi, vai a incontrare la duhessa di Hambrige, la donna che ha il potere di rendere soldout in due ore qualsiasi cosa indossi, la donna che tutti stanno guardando in questo momento, e ti conci così?
Come hai potuto sottovalutare il potere della tua nemica-amica? Nelle foto sembri la mamma che è caduta nell'armadio della figlia piccola. Al buio.
Di contro, l'altra sembra la regina della Buckingham-casa. E si è data una bella mazzata sui piedi con quelle scarpe.

Il terzo, beh, fuxia. Si commenta da solo.



lunedì 30 maggio 2011

A una certa età le cose sono due

sms
Amica - Ciao a Tutte, ci vediamo da me domenica per un tea-party con aggiornamento sulla mia vita privata?
Oggi Mordo - Ok, volentieri, ma sappi che se ti sposi anche tu non la prenderò bene.
Amica - No, tranqui, non mi sposo!!!

Infatti è incinta.

venerdì 27 maggio 2011

Sembra Sesto San Giovanni, ma è Parigi

Et voilà, eccomi volata a Paris.
Prima che facciate partire i vostri insulti di invidia, siete pregati di leggere quanto segue.

Allego anche delle foto dimostrative, come testimonia la pessima qualità sono fatte da me medesima, se le avessi prese sul web sarebbero di sicuro migliori. Il fatto è che io vorrei tanto essere una di quelle che girano con la macchina fotografica al collo, ma tra valigia, borsa del pc, borsa personale e sciarpetta, ci manca solo quella per strozzarmi davvero!

Prima di tutto volevo dire che sono qui per lavoro. E che penso a questo post da lunedì, cioé da quando sono arrivata, ma nel frattempo sono successe molte cose, quindi il tono della mia conversazione sarà molto variabile, come le mie avventure nella Ville Lumière.

Lunedì
Sveglia alle 4.30 per prendere il primo volo da Linate. Non volevo fottermi la domenica sera, così mi sono fottuta tutta la notte. Temendo di non riuscire a sentire la sveglia (anche se ha il tono e il volume di una sirena antiatomica) non ho dormito del tutto. Voglia di fare colazione ai minimi storici.
Prendo la mia macchinetta e me la viaggio alla massima velocità consentita verso l'aeroporto. A Milano alle 5.30 c'è già traffico, questa città è impossibile.
Al parcheggio dell'aeroporto mi faccio anche riprendere dal gestore rumeno? sudamericano? cheneso? perché non ho prenotato via internet. Amico, scusami se non pensavo che il 23 maggio ci fosse la calca, e infatti non c'è.
In realtà non me ne sono ancora resa conto, ma ho fatto male i calcoli e sono in ritardo. Finisce che al check-in mi fanno passare davanti e all'imbarco sono già tutti sul pullman. Se non fosse rischiosa la sceglierei come strategia permanente: nessuna coda, mai. Unico problema: si può perdere il volo.
In più quei geni di Alitalia al check-in si sono inventati che non c'è più un check-in dedicato a un singolo volo specifico, ma tutti possono andare su tutti i terminali Alitalia. Ergo: coda infinita per tutti i voli che partono insieme.
Probabilità d'errore: 1000%, stiamo parlando di Alitalia, non di SwissAir...

mercoledì 25 maggio 2011

Vita da commessa - giorno 2

ore 9.00 
Nonostante ieri sera la sola idea di presentarmi di nuovo in negozio mi facesse venire voglia di amalgamarmi con il divano, eccomi qui, supercarica. Questa mattina mi sono svegliata positiva (prima volta nella vita).
Ho imparato la lezione e ho fatto una cosa che non era mai successa in 10 anni di frequentazione della città: sono venuta a Milano con le scarpe da tennis. Non con le sneaker (le mie Asics laccate oro non sarebbero ammesse), proprio con le Nike da running. Mai successo. Naturalmente in borsa ho le odiate ballerine. Mi sono resa conto di non avere scapre nere comode. Anche perché, dopo 10 ore, anche le pantofole degli Elfi di Babbo Natale sono scomode. E comunque, dopo una tappa a un negozio che puntavo da mesi passandoci in taxi (che ovviamente è chiuso perché a Milano si apre alle 9.30-10.00 e vaffanculo chi lavora), sono pronta per iniziare la giornata.

sabato 21 maggio 2011

Vita da commessa - giorno 1

Conversazioni reali che avvengono nel cervello di una commessa al primo giorno di lavoro. Solo nel cervello però, eh.

ore 9.30
lalallalalallallà cammino per il negozio. Non c'è nessuno. Chissà perché gli altri stanno fermi...lalallallà cos'è questo dolore al ginocchio? Ma che non posso nemmeno mettere le ballerine? Sarà il menisco? Credo che mi stia cedendo tutto...Oddio una cliente! Oddio viene verso di me! Panicopanicopanico! Guardala negli occhi e sorridi mentre localizzi il collega più vicino a te per reindirizzarla. Fiùùùù, non cercava me! Pericolo cessato. Cammina nel fondo del negozio. Sorridi e saluta. Ma guarda che bella questa crem... nonsonounaclientenonsonounacliente. Cosa? Devo mettere il rossetto? Per forza? E allora che sia il più rosso di tutti! Provo questo alla Jessica Rabbit. Ma perchè nessuno mi trucca? E se fossi una incapace? Mica nasciamo tutte imparate...Radar cliente attivo...avrò il rossetto sui denti? Oddio mi si stanno seccando le labbra...Buongiorno, prego, mi dica? Che cazzo vuole??? Una matita per le labbra che ha la forma di un eyeliner? Ma esiste? Amica collegaaaaaaa aiuto! Sbolognata. Bene. Sono ancora viva. Ma quella non è Guendalina Canessa? Non ci credo sto sorridendo alla figlia di Daniele Interrante. Ammazza che nonna però. Quando hai una mamma con la sua personalità per forza sei un calamaro morto. Sì prego? No signora l'olio di argan puro si trova in erboristeria...per quello non lo trova mai in profumeria...sì, ho capito che è difficile trovarlo, magari se lo cerca nel posto giusto...e comunque ormai lei è talmente vecchia che nemmeno se riempe la vasca e ci dorme dentro può farle qualcosa. Sete. Sete. Sete.

Oggi giochiamo a...

...la commessa.

La GA (Grande Azienda) per cui lavoro ora ha un metodo di inserimento molto interessante. Sto seguendo un processo di integrazione molto articolato che prevede anche un periodo sul campo, avendo noi una rete di negozi. Quindi per due giorni sono stata in negozio.
Sì, negli ultimi due giorni ho fatto la commessa.
Prima di farlo, la trovavo un'idea intelligente, è un modo per entrare in contatto con il prodotto che vendi, con il tuo cliente e con dei colleghi. Dopo averlo fatto, la trovo ancora un'idea interessante, ma per favore basta. Provate a pensare a una donna, ragazz, insomma una di 29 anni, che non ha mai venduto nemmeno le cartelle della tombola dell'oratorio e se non lo ha fatto ci sarà un perché. Sono timida come un ratto. In più, non so niente del prodotto che stavo vendendo. Mi scuso profondamente con quelle 4 sciagurate che ho consigliato, come si dice, ad cazzum. Le mie colleghe mi dicevano "Buttati!", ma come faccio a offrirmi di aiutare una potenziale cliente se di fatto non so rispondere a nessuna delle sue domande? Non so mentire così bene. Per quello mi occupo di vendite on-line.

Voglio però rendervi partecipi del calembour emotivo in cui si è trovata la mia mente in questi due giorni, seguiranno un paio di post a tema, vi dico solo che è stato massacrante e divertente e spaventoso e... l'ho già detto massacrante?

Il secondo giorno si sono finalmente resi conto delle mie potenzialità che era meglio per tutti togliermi dalla vendita e un'anima pia mi ha fatto riordinare le vetrinette dietro la cassa (vi risparmio il nome tecnico, sembra marziano) e l'espositore degli smalti. Lì ho dato il meglio di me: ah! tutti quei bei colori in ordine! ah! le composizioni tutte disposte perfettamente uguali! Finalmente un po' di ordine dentro e fuori di me. Sarò mica affetta da sindrome maniaco-ossessiva?

Lezioni imparate:

lunedì 16 maggio 2011

Buoni propositi

Ho scoperto questo tumblr che vorrei condividere con tutti/e, perché è quello che al mattino mi fa stare meglio.
Più del Prozac.


Ogni giorno lancia una maledizione, e potete pure inserire la vostra. Lo adoro.
Quella di oggi è:

Ti auguro i capelli di Paolo Limiti.

[andre]

Non ho parole. Dovrebbero scriverle sui bigliettini come i Baci Perugina, e allegarli alle supposte.
Se qualcuno sa come fare per creare una mini applicazione che riprende queste frasi e le ingloba in un post, lo pago (non con le scarpe del post precedente, si sappia).

venerdì 13 maggio 2011

Primo giorno di lavoro - Appunti

Giuro che i miei appunti sul nuovo notes Moleskine dai colori sobri giallo e fuxia sono stati:

Temperatura media dell'ufficio: 29°C. Ricordarsi di indossare solo abiti super-estivi. Capire come fare convivere questo con temperatura alpina delle 7.30 in stazione di campagna.

Qui tutti hanno i capelli super-puliti. Scoprire se non dormono per lavarli o se usano prodotto magico.

Resistere alla tentazione di arraffare i cosmetici sparsi dappertutto. Concentrarsi sulla tessera dipendente che arriverà con sconti dal 20 al 50%. Legarsi le mani nell'attesa.

Non ridere mentre la ragazza delle risorse umane ti legge il regolamento aziendale e ti fa una spiega che ha evidentemente imparato a memoria. Voto zero come attrice a lei, dieci alla mia ginnastica facciale.

Localizzati punti strategici: mensa, bar, farmacia, posta. Fermata del bus a meno di 100 metri. Tacco libero.

Ma che cazzo di programma è Lotus per la posta elettronica???

Che palle non sono amministratore del mio pc. Trovare scusa plausibile per farsi installare Skype.

da verificare:
l'aria sfatta della direttorA sarà dovuta a una giornata particolarmente pesante o è il suo mood di vita? Se fosse una strappagnona, sembrerebbe uscita da una maratona del sesso. Invece assomiglia di più a Nonna Papera, quindi sembra uscita da una lite con il Folletto.

outfit per domani:decisamente sono stata stroppo schiscia oggi. Il dettaglio della calza verde evidenziatore non mi ha premiato. Le scarpe basse tipo Clarks di lusso alla fine della giornata mi facevano male comunque. Domani: tacco 10 e aria supercool. Total look Asos e scarpa Pollini, nuovo auto-regalo. Trovare abbigliamento che si adatti a questa meraviglia:


martedì 10 maggio 2011

Primo giorno di lavoro -1. Scelta dell'outfit

Avvertenze: il post che segue ha un alto contenuto di estrogeni e paranoie femminili, astenersi maschi eterosessuali.

Questo non è un post- richiesta di aiuto. Anche perché, vista l'ora, sarebbe inutile.
Dunque, domani primo giorno di lavoro. Nuovo ufficio, nuovi colleghi, nuovo tutto.

Il punto non è cosa mi metto, ma cosa voglio dire di me indossando quei vestiti.

Casalinguing

Come ho avuto modo di accennare in precedenza, sto per cambiare lavoro. Il passaggio mi ha regalato due giorni di disoccupazione, che mi sto godendo alla grande, facendo quelle cose che lasci sempre indietro, che chissàcome il sabato non riesci a fare:
- pulire la camera da cima a fondo, trovando tanti rotoloni di polvere da poterci fare un maglione
- cucire, modificare camicette e abiti estivi che hai lasciato in sospeso solo dall'anno scorso
- andare dalla sarta. Io ne ho due: una fatina che ci mette mesi a farmi un orlo, ma l'abito sembra nuovo, e mi adora perché le chiedo sempre le cose più impossibili, e dei cingalesi che ti rendono la merce dopo 48 ore. Non sono super precisi, ma se ho pagato un vestito di H&M 14 euri non posso spenderne più di 5 per un orlo. Detto che, essendo io nana, devo accorciare qualsiasi cosa.
- andare a trovare la nonna
- andare a trovare un'amica che ha spagnottato
- chiamare un paio di servizi di assistenza clienti e fancularli
- fare una ceretta di famiglia
- partecipare a una lezione di pilates mattutina, devo dire che senza il peso della cena sopra, è un'altra cosa
- dormire fino a tardi dimenticando la sveglia puntata alle solite 6.30
- cucinare con il Bimby un favoloso risotto, dopo che l'amico Tobaia mi ha fatto notare che non potevo vantarmi di fare la casalinga senza cucinare
- aggiornamento delle 16: fare merenda con pane e Nutella. Invidiatemi

Insomma, tutto tranne quello che dovevo fare.
Dedicherò le ore restanti a decidere cosa mettere domani.

giovedì 5 maggio 2011

Adesso capisco molto cose...

Tipo perché nelle foto è sempre da sola.
Se con un abile mossa di fotoritocco mettiamo i talloni alla stessa altezza, notiamo una verità indiscutibile.


Victoria Bechkam è una NANA.

E che anche lei sbaglia gli outfit, ogni tanto, e si presenta a un matrimonio con il plaid del divano con un buco per la testa e le scarpe da truia.
Ma d'altronde, cosa le possiamo dire, il suo migliore accessorio le stava al fianco...

martedì 3 maggio 2011

Quello che non vorrei succedesse al mio matrimonio

In ordine alla meno alla più irritante:

- che nessuno conoscesse il cermoniale. 20 minuti per sapere se Camilla dovesse andare davanti-dietro-sotto-sopra la regina per l'ingresso in chiesa. Famiglia reale di fuffa.

- il caos infernale in chiesa. Capisco 1900 invitati (di cui più della metà potevano vederlo meglio alla tv), ma al mio parroco verrebbe una sincope se per 40 minuti la chiesa sembrasse il mercato del pesce.


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