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venerdì 22 giugno 2012

Non ricordatemi così


E niente, ieri a pranzo con le colleghe si parlava di anni ’90, e ad un certo punto la conversazione è virata sugli outfit (termine che negli anni 90 non avevo mai sentito). Non è che oggi io sia esattamente la regina dello stile (tranne che agli occhi di Madre Mordo), ma mi è partita una scarica di brividi di paura al ricordo di un abbinamento (si chiamavano così) e al pensiero che ci siano delle tracce fotografiche e dei ricordi nella mente della gente che mi viene voglia di chiudermi in casa per un po’. Tipo per sempre.

L’OUTFIT NON E’ LA RAI (l'occasione fa la teenager cieca)

giovedì 14 giugno 2012

Boot Camp in metropolitana


In onore di tutte le bootcampiste della rete, di tutte quelle che si alzano alle 4 del mattino per farsi insultare da un ex-marine mentre fanno centomillentamila addominali, che corrono per ore nella nebbia a -4°, senza potersi lamentare e, per di più, PAGANDO, vorrei proporre una versione più completa e totally free: il Boot Camp nella Metropolitana.

Il corso si articola in due sessioni al giorno, la mattina alle 8.45  e la sera alle 18.15, solo nei giorni lavorativi, con stage avanzati in occasioni speciali. Il corso si tiene da maggio a settembre sulla linea della Metro 1 di Milano (potete proporre alternative per altre città, mi scuso per la ‘gnuranz).

IL CORSO CONSISTE
nel salire sul vagone centrale di un treno della MM1 nell’ora di punta, senza aria condizionata, senza tappi per le orecchie, senza I-pod, cellulare, smartphone, tablet o altro supporto informatico, senza libri o altra forma di svago, senza profumo ai polsi per cercare sollievo, indossando solo una canotta che lascia scoperta molta pelle e un paio di infradito di carta. Sarete forniti di una borsa a spalla e una shopper pesante e ingombrante. Si salirà alla fermata Loreto (dove si incrociano due linee, per chi non è del luogo) e si scenderà esattamente una fermata prima che scendano tutti, come Cordusio (prima di Cadorna). Sarete dotati di un' arma da fuoco carica e una da taglio di grandi dimensioni (modello sciabola moderna)

mercoledì 6 giugno 2012

I numeri fanno paura


Stimolata da un commento nel post precedente, volevo segnalarvi un programma tv.
Me ne stupisco io stessa, di solito quando parlo di tv è per criticare ferocemente o per dileggiare qualcuno/qualcosa (infatti il blog si chiama vitadastronza, non volèmosebbene).

In questo caso mi sento di condividere con voi lo sgomento che mi assale ogni volta che vedo una puntata di Num3er1, in onda il martedì al pratico orario delle 23.25. Orario di Trenitalia, quindi variabile secondo necessità dei programmi precedenti.

Il format è costruito alternando due tipi di contenuti: servizi sul campo in uno stile “tipo” Report (scusate la terminologia poco ortodossa) e presentazioni dal vivo.
Nel secondo tipo di contenuto, il giornalista Marco Cobianchi, economista di Panorama, si presenta davanti al pubblico in uno studio virtuale, che diventa un immenso grafico a bolle, e ci racconta l’evoluzione negli ultimi 30 anni dei valori (economici) relativi al tema della puntata.
Ad esempio, se il tema è la corruzione, le bolle ci indicano la portata della corruzione nei diversi ambienti (sanità, politica, pubblica amministrazione…).
La bolla è tanto più grossa quanto più è grande il suo valore, si muove lungo l’asse temporale (in orizzontale) e in rapporto alle altre bolle (sull’asse verticale). In ogni momento si può capire cosa è cambiato nel tempo e come. Ma vale la pena vederlo.
Vi prego di non insultarmi per la visualizzazione, le mie capacità di htmllista sono limitate.
Si accettano consigli (in lingua compremsibile).

Tutto l’archivio è consultabile qui:

La prospettiva permette di vedere i valori al di fuori delle dichiarazioni del presente (quest’anno con la manovra X sono entrati X soldi dalla lotta all’evasione fiscale) e di paragonarla al passato.
Cosa si scopre? Che non importa l’importo totale, quello che si è recuperato dall’evasione fiscale, da sempre, è una nocciolina dell’evaso. Cose così.

Il giornalista è molto bravo, migliore di alcuni professori che ho avuto. E’ fluido nel discorso, se legge o se recita non si nota. La sua voce è ferma, forte dei numeri.

Io resto incollata davanti allo schermo, un po’ basita, un po’ schifata, ma soprattutto incazzata.
Perché i soldi di cui si parla sono sempre i nostri.

A mio avviso, il programma dovrebbe essere proiettato alle scuole medie e superiori. Perché la spiegazione è di una semplicità disarmante, comprensibile a qualsiasi età. In questo modo, quando il politico di turno proporrà la sua campagna elettorale facendo leva sui sentimenti “del popolo” (giuro che se sento ancora un politico dire “popolo” gli faccio mangiare un petardo acceso), scatenando campagne medianiche su temi che gli fanno comodo, saremmo già pronti a rispedire la demagogia al mittente.

Il fatto che i numeri non siamo commentati, ti lascia libero di farti dei film nella testa. Ma sono sempre film dell’orrore. I numeri sono lì, non si possono contestare. I numeri di questo Paese fanno paura.
E’ ora di incazzarci.

venerdì 1 giugno 2012

Gli intoccabili


A Milano non succede.

Milano non sarà mai travolta da una colata di fango, non ci sono montagne, ma la speculazione edilizia sì.
Milano non sarà mai allagata, non c’è il Po/il mare, anche se qualche volta il Seveso e il Lambro si fanno sentire, vero progettista della Metropolitana 5?
Milano non sarà invasa da fuoco, le case non sono di legno come in centro a Londra.

Insomma, è più facile che Milano venga invasa da una mandria di pantegane che cancellata da una calamità naturale.

E invece, basta un sobbalzo sulla sedia per farti pensare diversamente. Nessuno è intoccabile. E sai bene che quello che hai sentito tu è un mignolo di quelli che l’hanno sentito davvero.
Ma questo già basta per farti capire che dal 6° piano di un palazzo pieno di gente non si uscirà mai vivi. Per restare talmente spaventata da continuare a tremare per tutto il giorno, scoprendo che sei tu che tremi, non il mondo. E fissare a ogni sospiro la palla appesa al soffitto dell’ufficio: se quella è ferma, il mondo è saldo.

Nel frattempo il mondo umano delira.

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