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martedì 1 marzo 2011

MFW - la settimana della moda per dummies

Finisce la settimana della moda a Milano. Il circo si trasferisce nella Ville Lumière, che quest'anno parte già con un paio di lampioni in meno. Forse le PR della PFW (Paris Fashion Week) sono state curate dall'agenzia di Fabrizio Corona, perché la strategia sembra uscita dal modello classico italiano: crea un po' di buzz con del gossip di pessimo gusto. Chissenefrega di quello che pensa John Galliano, a noi piace quello che disegna, non certo come modello culturale. Non l'avrei comunque mai fatto vedere ai miei figli.,

Anyway (ma quanto mi piace questo avverbio insulso?), ogni volta che la settimana della moda arriva, ha l'effetto di ricordarmi quanto io ne sia lontana. Nonostante che io ci lavori, direi a fianco, la sfioro, sembra che siamo separati da un velo impalpabile: la vedo ma non la posso toccare. Non vengo invitata a nessun evento, non sono informata sugli avvenimenti, e l'unico invito per le sfilate che ho ricevuto era alle 9.30 del mattino. Di domenica. Eh no, dico, ci sono dei limiti. Ci ho spedito la mia stagista. Per me la settimana della moda significa solo tanto figume in metropolitana che ti fa sentire una piccola merda qualche esemplare maschile, che ti fa lustrare gli occhi, e un traffico bestiale.

So che è un desiderio di molte donne partecipare a una sfilata e, nel mio piccolo, è un desiderio che in passato ho potuto esaudire. Io dico che ogni donna dovrebbe andarci, e questi sono i 10 motivi per cui almeno/almassimo una volta nella vita bisognerebbe assistere a una sfilata:

1. per capire che durano 20 minuti. Più 30 di ritardo, vi hanno impegnato meno di un'oretta. Ah, e 45 minuti andata e ritorno per raggiungere qualsiasi posto, da Linate a corso Vittorio Emanuele. Le modelle entrano-escono-entrano-escono-entrano-escono. Applausi. Fine. 50€ di taxi, mal di piedi per tutta la giornata.
2. per vedere le modelle dal vivo e capire che fuori dalla passerella sono persone normali (solo mooolto alte) e sulla passerella hanno lo stesso appeal di una giraffa allo zoo. L'unico miracolo che compiono non ha a che fare con il loro fisico, ma con come facciano a camminare su quelle scarpe. E decidano di farlo un'altra volta nella vita.
3. per capire che nonostante vi siate messe d'impegno e vi siate vestite con le meglio cose dell'armadio (che non significa essere pronti per la cresima) non potete competere con tutti quelli che gli outfit ce li hanno aggratis
4. perché vi sia ancora più chiaro quanto poco siete importanti dovendo stare in piedi, in fondo, dietro dietro dietro e non vedendo una beata fava essendo alte un metro e mezza banana
5. per notare che un noto stilista italiano segue la sua sfilata dietro l'ultima fila, esattamente dietro di voi, e puzza. Sì, PUZZA.
6. per andare in un backstage e vedere una fila di leccaculo che stringe la mano allo stilista manco fosse la mano salvifica del Papa e miagolando che la collezione è la best ever. Come può ogni volta essere la migliore? Significa che la scorsa faceva cagare?
7. per sentire 15 vip di sesso/razza/nazionalità/credo religioso e politico diverso dire dello stilista che lo ha invitato che "La collezione mi ha emozionato, è fresca, originale, non banale" Certo, tutte le banalità ce le hai in bocca tu!
8. per vedere Jo Squillo. Ebbene sì, è ancora viva, non solo, prospera! La pioniera del partito NO REGGISENO, insieme a Patty Pravo, zampetta per tutte le sfilate con il suo microfonino e se la ride alla faccia dei cosiddetti giornalisti seri. Che dire? Io la amo. Anche perché è sempre senza maniche, anche a dicembre, anche all'esterno, anche se nevica. Poi però ogni tanto pesta giù un servizio sulle sfilate di Bangkok, tanto per ritemprarsi.
9. per tornare in ufficio e guardare gli abiti davvero su internet

10. un motivo solo per vedere tre sfilate in un giorno: per non avere voglia di vederne mai più.

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