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martedì 22 settembre 2015

Noi non ci capiamo: matrimionio edit

Da circa 6 anni a questa parte, ogni anno intorno ad aprile inizia la maratona dei matrimoni. Amici, parenti, ex compagni di scuola, università, asilo... si sposano tutti. Anche dopo 20 anni di convivenza, dopo 3 figli e 2 cani, quando ormai pensi di essere al sicuro, ti invitano a cena e zac! Scatta l'annuncio.

Io sono sempre felice di partecipare a un matrimonio, ma ormai la gioia è offuscata dalla nuvola che si profila all'orizzonte. Lo so che arriverà, la sento da lontano. Ormai è una costante.

Tra le cause di divorzio, se mai io e il Cavaliere Impavido ci sposeremo, dovrò inserirla nel contratto prematrimoniale. Perché è certo che divorzieremo per questo.

Per quale motivo? Per l'outfit di lui, o, usando le sue parole, per cosa si deve mettere lui.
Dovete sapere che il Cavaliere Impavido ha 1 (uno) abito da matrimonio e per lavoro non indossa mai completi. L'abito è di Pignatelli, acquistato per una cifra innominabile al primo matrimonio da adulti a cui abbiamo partecipato. Livello di eleganza: testimone di nozze. Peso: medio, infatto lo ha usato sia a febbraio che ad agosto (vabbè, anche per ottimizzare la spesa). Stile: tre pezzi con giacca lunga. Uno stile classico, che nel corso degli anni non è passato di moda, senza essere mai stato veramente "di moda". Colore: nero con una rigatura nera percepita solo da molto vicino. Come gli sta: divinamente. La prima volta che l'ho visto indossarlo, mi sono commossa manco fossi la mamma dello sposo. Ogni volta che lo prova (e gli sta), provo una certa emozione.

Ebbene, mister fashion ha deciso che si è stancato e che vuole "qualcosa di diverso". Va bene, dico io, cosa vuoi? Qui inizia il dramma.
Adesso vi racconto come vanno le cose, e vedremo se anche il suo avvocato difensore non darebbe ragione a me.

L'annuncio.

Tutto inizia con così: a sopresa o telefonato, in via digitale (whatsup, e-mail) oppure in via analogica durante un invito a cena. Questa cosa si è ripetuta talmente tante volte che ogni volta che invitiamo più di due persone a cena, scattano i sospetti.

IO
Applaudo (anche davanti allo smartphone) e per circa un'ora non sono mentalmente reperibile, mentre il cervello attiva la modalità "matrimionio: ON" e, ormai con una certa maestria, crea un retroplanning che parte dal giorno del matrimionio a ritroso con tutte le tappe: parrucchiere, abito, ceretta, accessori... valuta rapidamente se si può giocare la carta dei saldi e, ultimamente, se si può riciclare un abito già usato in precedenza.

LUI
Sente la notizia, smadonna, archivia il tutto mentalmente come "cosa a cui non devo pensare fino a quando non accade" e forse anche "meno male che non tocca a me".  Si convince mentalmente che nessuno lo obbliga ad andarci e che ci penserà più tardi. Fine.

IO
Io non mi sono posta la domanda se ci andremo o meno, è già deciso da anni in base alla persona che ci invita. A meno che uno non si sposi in una destinazione al di fuori del nostro budget, il dubbio non sussiste.



Il giorno dopo l'annuncio (non importa a quanti mesi dalla data).


IO
Anche se la parte brianzola del mio cervello ha già identificato almeno 3 abiti già nell'armadio adatti all'occasione, la parte Becky Bloomwood le risponde che "guardarsi in giro" male non fa, quindi via alle ore spese su Yoox, Net-a-porter, Zalando, i siti delle diverse marche, i consigli delle amiche, gli armadi delle amiche, anche quelle con due taglie meno di me (grazie Francesca), le vetrine... l'unico effetto positivo che tutta questa fantasia ha sulle mie finanze è che mi trattengo dal comprare qualsiasi altra cosa nel caso mi capitasse una "occasione" per il matrimonio.

LUI
Non pervenuto. L'archivio della memoria è chiuso e il custode è andato in pausa.
ps.: è ancora convinto che non è sicuro che andremo.

Tre mesi prima del matrimonio.

IO
Ho deciso, se non esattamente cosa, almeno quale stile indossare: un abito lungo, corto, una gonna, un pantalone... e ho prenotato la parrucchiera, in genere alle 8 del mattino anche se il matrimonio sarà di pomeriggio. Esagerata! direte voi. E invece no: la mia parru è nota per essere lunga come la fame e diverse persone si sono perse l'ingresso della sposa a causa sua, per cui io non voglio in nessun modo prendere dei rischi. Il primo appuntamento della mattina deve essere mio.
Infine, se il matrimonio sarà in settimana, ho già richiesto il giorno di ferie.
Tanto per rompergli gli zebedei, gli ricordo che X si sposa tra tre mesi.

LUI
Matr... che?

Un mese prima del matrimonio.

IO
Ho il 75% dell'outfit definitivo, può essere che mi manchi qualcosa per coprirmi all'esterno, la borsa, le scarpe, ma mai tutte queste cose insieme. Ho programmato la visita nell'armadio di Francesca, che è in grado di fornirti un outfit completo e di convincerti che ci puoi stare in una 38 anche se tendi alla 42. Ho attivato una rete di conoscenze che potrebbero fornirmi una pochette della tonalità desiderata.
Quello che manca è nella mia Dreamobox su Yoox, e già che devo fare un ordine, ci aggiungo qualche altra cosina che volevo da tempo. Devo fare l'ordine per tempo, perché se qualcosa non andasse bene, devo avere due sabati di tempo per entrare di nuovo nei negozi fisici che in precedenza avevo visitato distrattamente, questa volta con un obbiettivo bene in mente. Entra, scandaglia ed esci (eventualmente compra), rapido e indolore.

LUI
"Yawnnn", sbadiglia, una sera a letto, mentre la maggior parte del mio cervello sta già dormendo.
"Ho deciso che al matrimonio non metto l'abito". Io reagisco bofonchiando, ma la frase si fa strada con difficoltà nelle mie sinapsi, fino a incappare nell'unico neurone ancora sveglio e arrivare al centro di Allerta Grandi Crisi. Così, mentre lui si addormenta placido, io mi sveglio di botto e resto lì con il mio "Cosa avrò voluto dire?" che aleggia alla notte.

Tre settimane prima, un venerdì sera.

IO
Da una settimana gli chiedo tutte le sere cosa intende indossare, ma lui è troppo stanco/impegnato con il lavoro/il calcetto/giocare a Ruzzle per rispondermi. Gli ricordo come è finita l'ultima volta, che è come finirà anche questa, che per qualsiasi cosa vada acquistata abbiamo solo 3 sabati di tempo e che se devo lavare e stirare qualcosa, devo saperlo per tempo.

LUI
Finge di sedersi al mac e naviga svolgliatamente su Yoox, finché non lo spodesto e scandaglio metodicamente nell'ordine: pantaloni, giacche, camice e scarpe, perché lui non sa cosa vuole. Il punto è questo. Alla fine sono io che so quello che voglio per lui. Apro il numero massimo di schede consentite dal browser, mettendo a dura prova la sua tenuta, e poi lui in 5 minuti seleziona: quetsì, questo no. Il sì finisce in Dreambox.
Il giorno dopo si inventa qualsiasi cosa, dalla pulizia della canna fumaria alle fughe del pavimento, pur di non uscire e andare per negozi. E questo non perché non gli piaccia lo shopping, ma perché è braccino.

Da tre settimane a due giorni prima.

IO
Ho deciso come voglio l'acconciatura, trovato esempi su Pinterest, stampato il risultato finale e i vari passaggi intermedi, di cui ho fornito copia alla parru. Ho da anni interiorizzatto il fatto che il risultato finale non sarà MAI come nella foto. Se devo fare una tinta, serve un appuntamento circa 14 giorni prima di quello ufficiale (avendo solo il sabatoa disposizione, vado per multipli di 7).
Ho anche deciso come vorrò truccarmi, e fatto le prove per giorni, motivo per cui sono andata in ufficio diverse volte con degli effetti speciali un pelino esagerati per una giornata lavorativa.

LUI
La scena sopra si ripete un giorno sì e un giorno no. Almeno due volte siamo stati a tanto così da chiudere un carrello su un qualsiasi sito di shopping, ma all'ultimo ci siamo fermati da un suo "Ci penso".

IO
Cosa pensi COSAAAA?
La mia incazzatura inizia a montare seguendo una curva ascendente. Memo per gli uomini: quando vi sembra che ci incazziamo all'improvviso, senza motivo, sappiate che invece il tutto ha origine molto prima, in un momento indefinito della vostra deficienza, in un brodo primordiale in cui galleggiano le vostre minchiate che inizia a ruotare intorno a un punto fisso (voi) per poi collassare e dare origine a un nuovo Big Bang, che vi esploderà direttamente in faccia.

Il giorno prima.

LUI
Appurato che è troppo tardi per qualsiasi forma di shopping on e off line, inizia a sbuffare mentre mi vede preparare tutto il kit per il giorno dopo, incluso il make up, perché non voglio perdere tempo a rovistare nelle scatole degli ombretti, nè dimenticare qualcosa (come l'ultima volta, in cui ho dimenticato il fissante per il trucco e prima o poi vi racconterò come ho cercato di rimediare, un Non fatelo a casa da Oscar).
L' atteggiamento diventa "Sono il solito sfigato che deve mettersi lo stesso vestito di sempre".
Il nervosismo sale fino al punto di rottura, che può essere uno scontro involontario in cucina o una forchetta fuori posto. Lui si ritiene offeso due volte: una per la rottura di maroni di me che ogni giorno gli ho ricordato il matrimonio, e una per il fatto che nonostante gli abbia trapanato le palle,  non ho provveduto a ordinare per tempo le cose su internet. Crede di avere diritto di sfogarsi ma non sa cosa lo aspetta.

IO
Con pollice e indice alla base del naso, inizio a parlare da sola "Lo sapevo, cazzo che finiva così!" e mi dò della deficiente. Mentre poso delicatamente le scarpe e l'abito in un qualche tessuto cazzuto, dalla mia bocca escono le migliori dimostrazioni del fatto che in una vita precedente sono stata un muratore bergamasco. "La scema sono io, che mi ritrovo tutte le volte in questa situazione,  ma perché cazzo non mi faccio i cazzi miei!" La parola cazzo diventa un sostituto della punteggiatura, mentre il tono di voce arriva al livello Sandra Milo.

LUI
"E allora mi metterò l'abito!" esclama infine con lo stesso entusiasmo con cui Anna Wintour direbbe "E allora metterò un Dolce & Gabbana del 2012!", come se la cosa fosse una macchia sulla sua carriera fashion (ma quale?) indelebile.

IO
"Fammi vedere delle alternative allora!" conoscendo benissimo il suo armadio a memoria.

Inizia una estenuante sessione di fitting con le proposte più improbabili che può terminare con A) uno spezzato pantalone che abbia un senso, in cui il pantalone è sempre lo stesso (quello elegante) oppure, molto più spesso con B) si rende conto che l'abito è effettivamente l'opzione migliore, perché è molto bello e rende lui ancora più bello. Punto.

Intorno all'una di notte mi ritrovo a stirare la camicia, maledicendolo ancora. "Non si poteva evitare tutto questo 3 mesi fa e decidere allora per l'abito?" e "Se l'avessi deciso allora avrei fatto stirare la camicia a qualcuno che era capace."

Il giorno del matrimonio.

LUI
Sia che indossi il solito abito, sia che indossi abiti a casaccio dal suo armadio, è bellissimo.
Un secondo prima di entrare in chiesa/sala comunale mi sussurra. "Ma il regalo l'abbiamo fatto?"

IO
Quando mi guardo nelle foto a posteriori, c'è almeno un 50% che avrei fatto diversamente.

In ogni caso, non abbiamo fatto foto perché qualsiasi strumento si è scaricato, visto che eravamo troppo impegnati a litigare per metterli in carica il giorno prima.



E per chi se lo fosse chiesto... ecco le uniche foto decenti dal matrimionio di mia sorella:

Purtroppo l'unica foto insieme è stata scattata quando il livello di sfattismo era già avanzato...

Per le uniche 2 persone che vorranno sapere com'erano i capelli.
Scarpe non pervenute.




10 commenti:

  1. No, senti, la camicia gliel'avrei fatta stirare a lui!
    ;-)

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  2. Il puppo con la ricrescita nun se pò vedé

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  3. è da vent'anni che gli impongo di scegliere la camicia almeno due settimane prima così posso prepararla;
    ogni volta sceglie verso la mezzanotte precedente l'unica (ehm, quasi) camicia ancora da stirare...

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  4. che poi il domandone finale è: ma perchè loro sono sempre fighi e noi con mesi e mesi di programmazione alle spalle ci sentiamo sempre delle disastrate???

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  5. colletto slacciato, maniche arrotolate... ma il muratore bergamasco sarà lui!!!

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  6. all'ultimo matrimonio a cui siamo stati, dopo aver ripetuto 10000000000000 volte a mio marito di controllare di avere tutto, ci siamo ritrovati quella mattina con lui senza cravatta e la camicia troppo stretta che tirava.... ed eravamo a 200 km da casa...

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  7. Ma nessuno l'ha ancora detto?
    La tua gonna era bellissima!

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    1. Virginia, io non ti conosco, ma mi stai molto simpatica ;-P

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  8. Questo post è stupendo!!!!!!!!! E rispecchia del tutto anche me!

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