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giovedì 23 aprile 2015

#ioleggoperché

Ho letto un libro.
Sai che novità.

L'ho sempre fatto, fin da piccola, la mia nonna diceva che avevo preso questa passione dal nonno che non ho conosciuto. Certo, essere una pendolare aiuta ad avere tempo da impegnare utilmente. Anche se con l'andar del tempo, devo ammettere che la vecchiaia mi porta a cadere in coma dopo poche pagine e dormire come un orso marsicano svenuto anche in treno.

Non sono una lettrice esigente, di solito entro in biblioteca, il mio sancta sanctorum, e scelgo libri con metodo scientifico: ad cazzum. Leggo il titolo, scorro le poche righe sulla back cover e se mi prende, me lo porto a casa. Qualche volta mi ricordo che ho una lista di appunti presi nel tempo e allora la consulto. Ho letto talmente tanto che, nella mia biblioteca, godo di uno status speciale "vip": posso prendere tutti i libri che voglio, in barba al numero massimo, e riportarli quando voglio, anche oltre i 30 giorni ufficiali. Gente, sono una importante!

Non mi sono ancora convertita all'e-book o al tablet per pigrizia, o forse per snobismo, ma anche per mantenere la mia sanità mentale. Se un libro mi prende, sono capace di andare avanti tutta la notte finché non l'ho finito. E siccome sono serie-dipendente, se capito su una storia seriale, potrei andare avanti all'infinito semplicemente con un click. Questa cosa mi spaventa non poco.

Ovviamente, visto che più che leggere, i libri li divoro, dopo ventiquattr'ore non ricordo nemmeno metà della trama, così mi capita di rileggere libri e accorgermi alla fine che li avevo già letti. (Applausi). Certe volte appena finito il libro torno indietro a rileggere le parti che mi sono piaciute di più, per riprovare la stessa emozione.

Non sono una lettrice sofisticata, il mio range va da Patricia Cornwell a Voltaire senza problemi. Negli ultimi anni ho maturato una insana passione per i racconti sull'alpinismo in particolare per gli scritti di Walter Bonatti, tanto da definirmi una alpinista da divano: sono credente non praticante. Oggi nell'angolo griglia di partenza, in attesa di essere divorati:

lunedì 20 aprile 2015

Sì, vi serve

È un po' che non parlo di cosmetica e affini, ma, se mi conoscete, non potete pensare che io abbia smesso di consumare compulsivamente nè di testare. Per cui condivido con voi cose che sicuramente poi vi serviranno, ne sono sicura.

martedì 24 marzo 2015

Informazione di servizio

So che sono latitante in questo periodo, come avete visto sto facendo le pulizie di primavera e ritinteggiando il blog.
Se vedete cose fuori posto momentane è perché sto facendo tutto per tentativi dopo le 22 quindi perdonatemi, ma ho un'autonomia cerebrale limitata.

Per farmi perdonare l'assenza ho creato una nuova rubrica. Si chiama "Beauty Shopping" e, come potete intuire dal titolo, parla di gattiny.
Ok, battuta pessima.

Parla di affari che si possono fare, soprattutto on line, e di quando bisogna fare attenzione alle presunte offerte.

È da tempo che volevo farlo, visto che ogni giorno lo faccio per me stessa, poi mi alzo in piedi in ufficio e come i banditori  del medioevo, annuncio alle mie colleghe le offerte del giorno. Inevitabilmente, due giorni dopo, una di loro mi dice "Perché non me l'avevi detto?"
MA IO VE L'AVEVO DETTO!
Ecco.
Ora l'ho anche scritto.

Cercherò di aggiornarla tutti i giorni o tutte le volte che si presenta una occasione interessante, se avete suggerimenti da condividere, siete le benvenute.

La trovate in alto tra le tab.

Buono shopping!


venerdì 9 gennaio 2015

Happy Birthday Kate

Oggi è il compleanno di Kate Middleton, aka Faccia-da-gatta-soddisfatta.
Tanti auguri zia!
Io un paio di idee su un regalo da farle, ce le avrei:

Kate nel 2012, nel 2013 e nel 2014 in location varie

lunedì 5 gennaio 2015

La lezione del pasticcere

Qualche giorno fa si è concluso "Il più grande pasticcere" (Raidue).
Partito in sordina, all'inizio sembrava la brutta copia di "Bake Off" (Real Time): una manciata di concorrenti, due/tre giudici cattivi come la pece, una conduttrice inutile, il format sembrava lo stesso, solo senza quei due o tre milioni di euro spesi in pubblicità di ogni tipo che ci hanno fatto sentire un po' perseguitati da BakeOff (internet, free press, giornali, fermate della metro, app sullo smartphone...).
E infatti, insieme al gruppo d'ascolto "Pendolari vittime di Trenord e dei suoi ritardi cronici" l'abbiamo liquidato dopo due puntate perché brutto: i dolci prodotti sembravano più opere d'arte che invitanti merende che ti scofaneresti come se non ci fosse un domani.

Con il passare del tempo, e delle serate invernali in cui non c'erano alternative reali in tv, un po' per  inerzia e un po' per golosità (in fondo si tratta sempre di dolci, il mio è un dovere scientifico), l'ho seguito puntata dopo puntata, e sono arrivata alla fine.

La storia non è migliorata, ma credo di avere colto il punto. Quella che sembrava una differenza banale da Bake Off, una scappatoia per non beccarsi una denuncia per plagio, si è rivelato un elemento fondamentale per la morale. Il punto è che i concorrenti erano dei professionisti.

martedì 25 novembre 2014

Come le sciure dal parrucchiere

Un simpatico post splatter.

Soffro di sinusite. Esticatzi, direte voi.
Non è il peggiore dei mali.
Non finché decidete di provare a fludificare e ridurre la quantità abnorme di catarro che pervade il vostro corpo.

Sapete che, se non esce dal naso, il muco invade il viso (fronte, tempie, cranio, guance) e si fa strada nel collo fino alle spalle, accumulandosi in "sacche"? Bleah.
Quando l'ho scoperto mi si è accapponata la pelle. Praticamente sono un ammasso di catarro. Non insultatemi dicendo che sono una persona di merda, ditemi tranquillamente che sono una persona di catarro, non potrò obbiettare.

Decisa ad evitare i soliti mal di testa invernali all'arrivo del primo freddo, come dicevo, ho deciso di provare un trattamento testato da alcune amiche, con delle recensioni positive.

Quindi mi sono fatta ravanare da una specialista in trattamenti ayurvedici per un'ora sabato e un'ora domenica. Ravanare significa una serie di azioni che vanno dal massaggiare piacevolmente, all'ungere con oli profumati alle erbe e spezie, al maltrattamento brutale, che include pressioni, schiacciamenti, tiraggio di capelli, grattuggiamento della cute...
Diciamo che non è stato proprio rilassante.

Funziona? Nell'immediato forse: a causa della movimentazione di muco, fonti affidabili mi dicono che sabato notte ho russato come un orso marsicano sbronzo. Non sono pervenuti commenti sulla notte di domenica.

Il risultato lo valuterò sul lungo periodo, contando i mal di testa da sinusite nella stagione fredda.

In realtà, un effetto collaterale immediato ce l'ho avuto: avendo le vie aeree libererrime, posso sentire gli odori al mille percento.
Ecco.
Io prendo il treno.
E la metro.
E ho una collega affezionata all'aglio come io alla Nutella.
Fate voi.
Pessimo. Pessimo.Pessimo.

Se il trattamento funziona, questa situazione potrebbe perdurare per mesi.

Non so decidere quale delle due opzioni è peggio, decidete voi:

A) non curare mai più la sinusite

Conseguenze:
- perdita di una parte dell'olfatto
- russamento in modalità orso marsicano
MA
- vita sui mezzi decisamente più facile
- riduzione della voglia di annientamento del genere umano

Oppure

B) estirpare ciclicamente la viscida sostanza dalle mie vie aeree

Conseguenze
- godere dei profumi della natura almeno due giorni a settimana, visto che vivo in campagna
- qualcuno non dormirà
MA
- finirei in carcere dopo avere selvaggiamente picchiato una persona a caso allergica all'acqua (e se prendete la metro, sapete che la probabilità di incontro è 1).


C) mi curo, ma con stile:

Mai più senza:  Maschera antigas creata dallo stilista messicano Gianfranco Reni, in cristalli Swaroski (nientemeno!)

Via, decidete voi del mio futuro.
Mi fido, eh.



giovedì 30 ottobre 2014

Le tre cose

Si, lo so, sono stata via. E non ho nemmeno una scusa.
Cosa ho fatto in tutto questo tempo? Niente di particolare.
Mi sono laureata?
Sì.
A marzo. Da lì in poi non ho veramente scuse.

Mi sono sposata?

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