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giovedì 15 dicembre 2016

Stupidiario di un matrimonio: and now?

Se volete sapere come è iniziata questa storia, cliccate qui
Se volete vedere l'abito senza perdere tempo, cliccate qui.


Ho avuto il mio giorno, il mio giorno migliore.

Ho avuto tutte le persone a cui voglio bene vicino a me, felici per noi.

È stato tutto perfetto? Sì. E anche quei dettagli che forse non erano perfetti, hanno reso la giornata migliore.

Il mio dito? Come se non fosse rotto, me ne sono ricordata solo rivedendo le foto. E vi giuro che non tornerei indietro chiedendo che fosse diverso.

Non ho consigli da dare alle prossime spose, solo di cercare di essere perfettamente coscienti di tutto.

Vi diranno tutti che è un giorno che vola, è vero, dura troppo poco. Ma io ho voluto fortemente essere presente in ogni momento, per viverlo a pieno. Ok, forse ad un certo punto del ricevimento il grado alcolico era un po' elevato, perché ricordo di avere detto a uno dei fotografi che mi chiedeva delle foto "Faccio quello che vuoi, basta che mi guidi tu." Però ho lavorato duramente per godermi ogni minuto. Così oggi mi ricordo tutto, dai profumi ai colori, dai sorrisi ai cori nel megafono (sì, c'era anche quello).

E ogni ricordo mi fa sorridere e mi fa emozionare come se fosse allora.

E ora? Non c'è tempo da perdere, siamo già con lo sguardo al futuro per la prossima meta:

mercoledì 14 dicembre 2016

Stupidiario di un matrimonio: W-Day

Se vi siete perse il prequel, leggete qui.

Ci siamo svegliati. Niente notti lontane, insieme come sempre.
Era una bella giornata, non da cielo terso, ma c'era il sole. Del resto, dopo quello che mi era successo al dito, ero sicura che l'Altissimo fosse in debito con me, quindi non poteva piovere.


martedì 13 dicembre 2016

Stupidiario di un matrimonio: before

Lo confesso subito: è stato a maggio.


Non è un segreto, solo una storia di ordinaria pigrizia.
Prima non volevo tediarvi con i dettagli pre-evento, poi la data è arrivata in fretta, poi forse volevo godermi il momento, poi il viaggio di nozze, le ferie, ed ora eccoci qua. Chiamatemi Queen of procrastination, me lo merito.

giovedì 22 novembre 2012

Conosci te stesso

La tua azienda organizza un cocktail nel nuovo negozio che avete aperto nel quadvilatevo della moda. Sei l'ultima arrivata, durerà poco, che fai? Ti organizzi e ci vai.

Ti svegli la mattina alle 6, felice di poter dormire ancora venti minuti. Chiudi gli occhi. Li riapri e il tuo istinto sta già facendo suonare l'allarme stile Lost 3^ stagione. BAM!BAM!BAM! E infatti. Il cellulare è morto e con lui la sveglia. Sono le 6.55, SOLO 35 minuti più tardi del previsto. NUOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

venerdì 5 agosto 2011

Cucina gallica

Come sapete, io odio mangiare da sola.
(Dovete immaginarlo pronunciato come Puffo Scontroso. Io ooooooodio mangiare da sola.)
Ma questo è solo uno dei sintomi del mio rapporto travagliato con il cibo.

Quando ero piccola non mangiavo nulla. Ero un tormento per mia madre.
Lei diceva "Apri la bocca." e io la chiudevo. Roba da mandarti al manicomio.
Ma mamma-führer mica desisteva. Oh no, lei mi apriva la bocca a forza. Che tenera!
Oggi, quando vede che la nipotina di una sua amica non mangia, sorride e dice "Tanto sta bene lo stesso, non bisogna forzarla".
Tante grazie, mamma! Le mie mascelle ringraziano.

Tutto questo cappello introduttivo per dirvi che non ho un rapporto sereno con il cibo. (E' lui che mi odia, non il contrario). Cioé, non è che soffra di disturbi alimentari, solo ho una varietà molto ristretta di cose che mi piacciono.
Tipo che delle verdure faccio prima a dire quelle che mangio di quelle che non mi piacciono.
Tipo che il 90% dei formaggi non mi piace.
Tipo che viviseziono la carne.
Cose così, insomma. Lo fanno tutti. Fino a 15 anni. Io ne ho quasi il doppio.

Il problema principale si pone quando pranzo/ceno fuori casa: parecchi ristoranti non indicano tutti gli ingredienti nel menù, quindi ho il terrore di ritrovarmi con qualche sorpresa last minute, tipo il Grana (vaderetrosatana!) già sulla pasta, verdure di contorno mischiate con la carne, salsine strane già spalmate...

Nonostante questo, mangio regolarmente messicano, brasiliano, jappo, cinese, e sono sopravvissuta, e anche bene, a viaggi in Spagna, Grecia, Croazia, Austria, perfino in Repubblica Ceca. Non parlo dei viaggi a lungo raggio in qualche villaggio turistico, in cui c'è una cucina continentale e finchè eviti la pasta va tutto bene.

Sapete qual è però il paese a cui non credo sopravviverò? La Francia.

Qui lo dico e qui lo confermo: IO ODIO LA CUCINA FRANCESE.

lunedì 25 luglio 2011

Stronza on a trip

Sono di nuovo nella Città Luccicosa.
Questo è il riassunto della mia ora di volo.


Adessolauccido.Adessolauccido.Adessolauccido. No, prima le prendo la testa e gliela sbatto ripetutamente contro il sedile davanti.Deve morire con dolore.Adessolauccido.Oddio, non è una, sono due! Due sorelle. Allora prima uccido la madre. Dovevo capirlo subito che non erano normali, la madre era quella che gridava "Non si vede niente! Non si vede niente!" prima ancora che partissimo. Ma certo che non si vede niente, se hai un posto corridoio e non siamo ancora decollati, cretina! Adesso prendo quella cazzo di macchina fotografica digitale, che da un'ora sta emettendo rumori molesti, e gliela faccio ingoiare. E togli quel suono, cazzooo! Ping! Ping! Ping! Le hai già viste venti volte le foto, e fanno tutto cagare. Sei una adolescente brufolosa, sappilo. Ok, adesso la uccido. Sguardo di solidarietà del vicino di posto, che sospira, ma fondamentalmente non fa un cazzo. Muori anche tu, vecchio! Giuro che qui finisce a schifio.

Ok, adesso basta. Respiro. Respiro. Mi slaccio la cintura. Mi alzo i piedi.

"Scusa, gentilmente puoi togliere il suono dalla macchina?"
"Sì, sì." E lo fa subito.

Cazzo, se sapevo che era così facile glielo chiedevo un'ora fa, non mentre stiamo atterrando.

venerdì 22 luglio 2011

Non fatelo a casa - make up test

Credo che questo lavoro, oltre che a delle soddisfazioni, mi genererà delle conseguenze che porterò sulla pelle. Letteralmente.

Seguendo i consigli di una fottutanota make up artist (che non cito solo perché mi piace e continuerò a seguirla comunque), che seguo, ovviamente, per lavoro (seeeeeh), ieri ho voluto provare uno dei suoi consigli.
Così, ho abbandonato il banalesicuro trucco da everyday per fare l'immensa cazzata: usare il gloss delle labbra sugli occhi. Sì, il lucidalabbra, quello liquido, trasparente, usato però come ombretto sulle palpebre.
L'effetto è fichissimo. Le conseguenze un po' meno.

C'è da dire che io ho commesso tutti gli errori possibili:
- l'ho fatto d'estate
- in un giorno in cui devo andare a lavorare e stare fuori di casa 13 ore
- uso la metro (che è mediamente 4° più calda del mondo fuori)
- oltre al gloss, ho messo l'eyeliner, la matita e una dose ipergenerosa di mascara.

Dicevo, le conseguenze.

martedì 12 luglio 2011

Emozioni forti


Quando rivedi le tue ex-colleghe/amiche e ti accorgi che ti sono mancate così tanto che te le vorresti limonare tutte.

Perché un abbraccio non è abbastanza, vorresti mangiartele per farle restare dentro di te.

E ti accorgi che non c'è una parola per definirle. Ex-colleghe è veramente riduttivo, e non sono le amiche d'infanzia che ti conoscono dall'asilo.

Sono qualcosa di più, che non riesci a dire.

Sono quelle che anche se siete diverse che più diverse non si può hanno capito. Che anche se non le vedi da mesi è come se non avessi mai smesso. Sono come una droga, ma meglio.

La mia best evening ever.

Vi amo tutte.


venerdì 27 maggio 2011

Sembra Sesto San Giovanni, ma è Parigi

Et voilà, eccomi volata a Paris.
Prima che facciate partire i vostri insulti di invidia, siete pregati di leggere quanto segue.

Allego anche delle foto dimostrative, come testimonia la pessima qualità sono fatte da me medesima, se le avessi prese sul web sarebbero di sicuro migliori. Il fatto è che io vorrei tanto essere una di quelle che girano con la macchina fotografica al collo, ma tra valigia, borsa del pc, borsa personale e sciarpetta, ci manca solo quella per strozzarmi davvero!

Prima di tutto volevo dire che sono qui per lavoro. E che penso a questo post da lunedì, cioé da quando sono arrivata, ma nel frattempo sono successe molte cose, quindi il tono della mia conversazione sarà molto variabile, come le mie avventure nella Ville Lumière.

Lunedì
Sveglia alle 4.30 per prendere il primo volo da Linate. Non volevo fottermi la domenica sera, così mi sono fottuta tutta la notte. Temendo di non riuscire a sentire la sveglia (anche se ha il tono e il volume di una sirena antiatomica) non ho dormito del tutto. Voglia di fare colazione ai minimi storici.
Prendo la mia macchinetta e me la viaggio alla massima velocità consentita verso l'aeroporto. A Milano alle 5.30 c'è già traffico, questa città è impossibile.
Al parcheggio dell'aeroporto mi faccio anche riprendere dal gestore rumeno? sudamericano? cheneso? perché non ho prenotato via internet. Amico, scusami se non pensavo che il 23 maggio ci fosse la calca, e infatti non c'è.
In realtà non me ne sono ancora resa conto, ma ho fatto male i calcoli e sono in ritardo. Finisce che al check-in mi fanno passare davanti e all'imbarco sono già tutti sul pullman. Se non fosse rischiosa la sceglierei come strategia permanente: nessuna coda, mai. Unico problema: si può perdere il volo.
In più quei geni di Alitalia al check-in si sono inventati che non c'è più un check-in dedicato a un singolo volo specifico, ma tutti possono andare su tutti i terminali Alitalia. Ergo: coda infinita per tutti i voli che partono insieme.
Probabilità d'errore: 1000%, stiamo parlando di Alitalia, non di SwissAir...

mercoledì 25 maggio 2011

Vita da commessa - giorno 2

ore 9.00 
Nonostante ieri sera la sola idea di presentarmi di nuovo in negozio mi facesse venire voglia di amalgamarmi con il divano, eccomi qui, supercarica. Questa mattina mi sono svegliata positiva (prima volta nella vita).
Ho imparato la lezione e ho fatto una cosa che non era mai successa in 10 anni di frequentazione della città: sono venuta a Milano con le scarpe da tennis. Non con le sneaker (le mie Asics laccate oro non sarebbero ammesse), proprio con le Nike da running. Mai successo. Naturalmente in borsa ho le odiate ballerine. Mi sono resa conto di non avere scapre nere comode. Anche perché, dopo 10 ore, anche le pantofole degli Elfi di Babbo Natale sono scomode. E comunque, dopo una tappa a un negozio che puntavo da mesi passandoci in taxi (che ovviamente è chiuso perché a Milano si apre alle 9.30-10.00 e vaffanculo chi lavora), sono pronta per iniziare la giornata.

sabato 21 maggio 2011

Vita da commessa - giorno 1

Conversazioni reali che avvengono nel cervello di una commessa al primo giorno di lavoro. Solo nel cervello però, eh.

ore 9.30
lalallalalallallà cammino per il negozio. Non c'è nessuno. Chissà perché gli altri stanno fermi...lalallallà cos'è questo dolore al ginocchio? Ma che non posso nemmeno mettere le ballerine? Sarà il menisco? Credo che mi stia cedendo tutto...Oddio una cliente! Oddio viene verso di me! Panicopanicopanico! Guardala negli occhi e sorridi mentre localizzi il collega più vicino a te per reindirizzarla. Fiùùùù, non cercava me! Pericolo cessato. Cammina nel fondo del negozio. Sorridi e saluta. Ma guarda che bella questa crem... nonsonounaclientenonsonounacliente. Cosa? Devo mettere il rossetto? Per forza? E allora che sia il più rosso di tutti! Provo questo alla Jessica Rabbit. Ma perchè nessuno mi trucca? E se fossi una incapace? Mica nasciamo tutte imparate...Radar cliente attivo...avrò il rossetto sui denti? Oddio mi si stanno seccando le labbra...Buongiorno, prego, mi dica? Che cazzo vuole??? Una matita per le labbra che ha la forma di un eyeliner? Ma esiste? Amica collegaaaaaaa aiuto! Sbolognata. Bene. Sono ancora viva. Ma quella non è Guendalina Canessa? Non ci credo sto sorridendo alla figlia di Daniele Interrante. Ammazza che nonna però. Quando hai una mamma con la sua personalità per forza sei un calamaro morto. Sì prego? No signora l'olio di argan puro si trova in erboristeria...per quello non lo trova mai in profumeria...sì, ho capito che è difficile trovarlo, magari se lo cerca nel posto giusto...e comunque ormai lei è talmente vecchia che nemmeno se riempe la vasca e ci dorme dentro può farle qualcosa. Sete. Sete. Sete.

Oggi giochiamo a...

...la commessa.

La GA (Grande Azienda) per cui lavoro ora ha un metodo di inserimento molto interessante. Sto seguendo un processo di integrazione molto articolato che prevede anche un periodo sul campo, avendo noi una rete di negozi. Quindi per due giorni sono stata in negozio.
Sì, negli ultimi due giorni ho fatto la commessa.
Prima di farlo, la trovavo un'idea intelligente, è un modo per entrare in contatto con il prodotto che vendi, con il tuo cliente e con dei colleghi. Dopo averlo fatto, la trovo ancora un'idea interessante, ma per favore basta. Provate a pensare a una donna, ragazz, insomma una di 29 anni, che non ha mai venduto nemmeno le cartelle della tombola dell'oratorio e se non lo ha fatto ci sarà un perché. Sono timida come un ratto. In più, non so niente del prodotto che stavo vendendo. Mi scuso profondamente con quelle 4 sciagurate che ho consigliato, come si dice, ad cazzum. Le mie colleghe mi dicevano "Buttati!", ma come faccio a offrirmi di aiutare una potenziale cliente se di fatto non so rispondere a nessuna delle sue domande? Non so mentire così bene. Per quello mi occupo di vendite on-line.

Voglio però rendervi partecipi del calembour emotivo in cui si è trovata la mia mente in questi due giorni, seguiranno un paio di post a tema, vi dico solo che è stato massacrante e divertente e spaventoso e... l'ho già detto massacrante?

Il secondo giorno si sono finalmente resi conto delle mie potenzialità che era meglio per tutti togliermi dalla vendita e un'anima pia mi ha fatto riordinare le vetrinette dietro la cassa (vi risparmio il nome tecnico, sembra marziano) e l'espositore degli smalti. Lì ho dato il meglio di me: ah! tutti quei bei colori in ordine! ah! le composizioni tutte disposte perfettamente uguali! Finalmente un po' di ordine dentro e fuori di me. Sarò mica affetta da sindrome maniaco-ossessiva?

Lezioni imparate:

lunedì 16 maggio 2011

Buoni propositi

Ho scoperto questo tumblr che vorrei condividere con tutti/e, perché è quello che al mattino mi fa stare meglio.
Più del Prozac.


Ogni giorno lancia una maledizione, e potete pure inserire la vostra. Lo adoro.
Quella di oggi è:

Ti auguro i capelli di Paolo Limiti.

[andre]

Non ho parole. Dovrebbero scriverle sui bigliettini come i Baci Perugina, e allegarli alle supposte.
Se qualcuno sa come fare per creare una mini applicazione che riprende queste frasi e le ingloba in un post, lo pago (non con le scarpe del post precedente, si sappia).

martedì 10 maggio 2011

Casalinguing

Come ho avuto modo di accennare in precedenza, sto per cambiare lavoro. Il passaggio mi ha regalato due giorni di disoccupazione, che mi sto godendo alla grande, facendo quelle cose che lasci sempre indietro, che chissàcome il sabato non riesci a fare:
- pulire la camera da cima a fondo, trovando tanti rotoloni di polvere da poterci fare un maglione
- cucire, modificare camicette e abiti estivi che hai lasciato in sospeso solo dall'anno scorso
- andare dalla sarta. Io ne ho due: una fatina che ci mette mesi a farmi un orlo, ma l'abito sembra nuovo, e mi adora perché le chiedo sempre le cose più impossibili, e dei cingalesi che ti rendono la merce dopo 48 ore. Non sono super precisi, ma se ho pagato un vestito di H&M 14 euri non posso spenderne più di 5 per un orlo. Detto che, essendo io nana, devo accorciare qualsiasi cosa.
- andare a trovare la nonna
- andare a trovare un'amica che ha spagnottato
- chiamare un paio di servizi di assistenza clienti e fancularli
- fare una ceretta di famiglia
- partecipare a una lezione di pilates mattutina, devo dire che senza il peso della cena sopra, è un'altra cosa
- dormire fino a tardi dimenticando la sveglia puntata alle solite 6.30
- cucinare con il Bimby un favoloso risotto, dopo che l'amico Tobaia mi ha fatto notare che non potevo vantarmi di fare la casalinga senza cucinare
- aggiornamento delle 16: fare merenda con pane e Nutella. Invidiatemi

Insomma, tutto tranne quello che dovevo fare.
Dedicherò le ore restanti a decidere cosa mettere domani.

mercoledì 27 aprile 2011

Ma dimmi un po' - in cerca di lavoro

Dopo un anno e mezzo passato a cercare un nuovo lavoro;
Dopo almeno 10 colloqui finiti con un "Le faremo sapere". Sì, ma quando? Prima che io vada in pensione?;
Dopo mesi di silenzio, in cui ti tormenti il cervello pensando a cosa hai detto di sbagliato, a cosa cercavano e non hanno trovato in te, se eri abbastanza elegante ma non tanto da mettere in imbarazzo il tuo futuro capo, se eri abbastanza divertente senza sembrare scema, se avevi quel pizzico di malizia senza sembrare zoccola...

Ora, dopo 18 fottuti mesi, dopo che finalmente ho trovato un nuovo lavoro, ORA! ORAAAAA!
Adesso si svegliano tutti.

Da quando ho firmato con la mia nuova azienda, ben 4 società si sono fatte sentire, non pour parler, ma con una proposta reale in Euro. Improvvisamente tutti hanno scelto ME. Sono la prescelta, dopo una selezione durata più dei provini di Popstar (chi non se lo ricorda è bandito da questo blog), ecco che la luce divina si è posata su di me. Vogliono me, me e solo ME.
Ma cazzo, non ci si poteva pensare prima?


Non posso neppure essere sincera, e dire loro quello che vorrei; con gentilezza devo declinare la loro offerta (non senza averla valutata, non sono poi così stupida), fargli capire che la proposta che ho ricevuto dall'altra parte, si accorda meglio con le mie esigenze e con i miei piani di crescita futura (bla, bla, bla...).

Quindi colgo l'occasione del mio blog e dedico loro un sonoro: Fanculatevi tutti!


venerdì 15 aprile 2011

Meglio del mio compleanno!

Ieri è stato un giorno fortunato. I motivi A e B devono, per ora, restare sotto silenzio.
Ma i motivi A+ e A++ sono che ho vinto dei premi!

A memoria, l'ultimo premio che ho vinto (che non fosse una fregatura) è stata la medaglia del primo posto al campionato provinciale di pallavolo per scuole superiori. Premio del tutto immeritato, a mio avviso, viste le mie scarse capacità di palleggiatrice. Certo, essere più bassa della parte bassa della rete non aiuta. Vi cito solo un paio di episodi:
- ero al liceo classico, noto per le scarse capacità ginniche, ma abbiamo battuto le torelle di ragioneria (tiè!) e nel nostro girone c'era una squadra di una scuola per disabili (no comment). Ecco come si passa il turno.
- alla finale provinciale, di fronte all '80% della scuola, primo set, inizio partita. Già stare in culottes davanti all'intero corpo studentesco non motiva. Mi posiziono in difesa. La squadra avversaria ha la battuta. Fischio dell'arbitro. La Yoghina dell'altra squadra lancia la palla in alto, solleva il braccio e carica. Poi spara una mina.
Dritta. Sulla. Mia. Faccia.
Dopo l'esplosione, con la palla tatuata sulla faccia, devo anche fare la scena "Tutto bene, ma no, non mi sono fatta niente!" A parte che mi è morta la dignità.

Comunque, conservo ancora la mia unica medaglia orgoglioNissima appesa in cameretta insieme ai manifesti dei saggi di danza in cui compaio in pose imbarazzanti (tipo piramidi umane...)

Dicevo che ho vinto dei premi come blogger. E so' soddisfazioni.

lunedì 21 marzo 2011

Happy Birthday Stronza!

Oggi è il mio compleanno! Ebbene sì, compio 29 anni. Il mio compleanno è un giorno che mi rende mediamente felice e eccitata. Avevo preparato un bel post divertente su cosa significa avere 29 anni nel 2011, e prometto che a breve lo posterò. Putroppo la vita mi ha messo di fronte a una delle dimostrazioni delle GVdV (Grandi Verità della Vita) e cioé che dopo i 25, inizia la salita.

Oggi ho finalmente capito perché diverse persone nel giorno del loro compleanno se ne stanno a casa, non per fare qualcosa di speciale, ma per fare in modo che nessuna valanga di merda li travolga rovinando il loro giorno speciale. Visto che l'anno prossimo si prospetta un cambio di decina, penso di prendermi una settimana di ferie intera, da passare a letto chiusa in casa. Solo il terremoto mi potrebbe smuovere (augurio non felice di questi tempi).

lunedì 28 febbraio 2011

Latitanza

Scusate la latitanza, in questo periodo ho...ecco...ho avuto un sacco...dovevo...ma va là. Non ho scuse. Non posso certo dire che il tasso di nulla che pregna la mia vita sia di certo aumentato. Sono solo stata molto incazzata con la mia vita (professionale), ma non sopra la media. Prometto che non lo faccio più (sì, certo!).

Comunque, questa settimana devo raddoppiare gli sforzi per sollevare il morale alla sciampiste orfane della Zitella, che si è messa in stand by per la sua prima operazione di chirurgia estetica. La prima di una lunga serie. Lei sostiene che si tratta degli occhi, in realtà sappiamo tutti che si è andata rifare le tette. Altrimenti perché sarebbe andata alla clinica dei vippi, quella di Cambio Vita - Mi Rifaccio, quello su Sky con la Stefanenko?

In ogni caso, prometto di tenervi aggiornate sul suo stato di salute. Solo non chiedetemi di chiamarla subito dopo l'operazione, sappiamo tutti come sono le persone dopo un intervento. Rognose. E quindi immaginatevi l'ape Regina delle Acidelle.

E poi, se la conosco un po', avrà programmato una pubblicazione seriale di post per non farvi sentire la sua mancanza. Se non l'ha fatto è solo perché era troppo impeganta a prevedere gli outfit degli Oscar. Anche se vedere è un verbo che non si può accostare alla Zitella, almeno per un po'.

martedì 1 febbraio 2011

Testamento materiale

Sono una persona mediamente previdente, perciò certe cose le preparo per tempo.
Tranquille, non ho ancora scelto l'abito da sposa per un matrimonio che non avverrà, però, tipo i nomi dei miei figli sì. (Bizzaro come io abbia una lista di 5 nomi e non voglio più di un figlio, ma non si sa mai)
Anyway, tutto questo per dire...

... quando muoio, voglio essere seppellita con questo.

Christian Dior Haute Couture P/E11


venerdì 14 gennaio 2011

Ma dimmi un po' - mezzi pubblici

Attenzione: quello che sta per seguire è un post isterico.

Arriva bus, vuoto. V-U-O-T-O.
Saliamo in 3. Leggi probabilistiche dicono che ci distribuiremo nei posti più lontani possibile uno dall'altro.
Invece no.

Dove si va a sedere la sciùra catarrosa? Ma bien sur! Dietro di me.
E poi si esibisce in un concerto di tiraggi su con il naso e rantolii con la gola da premio Oscar attrice-non-protagonista in Catarroland.
Ma che schifo! Ma no! Ma dài! E' venerdì!
Mi sono talmente incazzata che mi è venuto un crampo al collo. Perché? Perché quello che avrei voluto fare era girarmi e schiaffeggiarla tanto da farle dimenticare come si chiama.
Invece sono stata seduta composta.
E sono scesa alla fermata prima.
E adesso ho ancora il crampo al collo.

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